LA PROCURA EUROPEA (EPPO)



Alla fine del 2020 è diventata ufficialmente operativa la Procura Europea (EPPO), un nuovo organo dell’unione degli Stati europei atto a svolgere indagini in materia di crimini a danno dell’Unione Europea.

L’organo è stato istituito in realtà con il Regolamento europeo del 2017 (n. 2017/1939) e si tratta di una creazione del Consiglio dell’Unione Europea.


Dopo un lungo dibattito, gli Stati che ora hanno deciso di partecipare a quest’ambizioso progetto sono: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna.

Questi Stati dell’Unione Europea hanno ritenuto necessario istituire un organo al fine di combattere tutti quei reati transfrontalieri per i quali gli Stati sarebbero sprovvisti dei giusti mezzi di indagine e repressione.


L’Italia nel prendere parte a questo progetto ha altresì modificato le norme del codice penale concernenti i reati di cognizione della Procura Europea, prevedendo per la maggior parte dei casi un’aggravante per alcuni delitti già previsti nel qual caso siano commessi a danno economico-finanziario dell’Unione Europea o delle sue istituzioni.

La Procura Europea si pone, infatti, come obiettivo anche quello di divenire un organo unitario per gli Stati dell’Unione al fine di evitare anche la frammentarietà di tutela apprestata per questi reati in ogni Stato europeo.

In particolare, l’EPPO si occupa dei reati finanziari che vanno a ledere gli interessi dell’Unione Europea. Tra questi delitti sicuramente l’EPPO avrà competenza circa il reato di frode, riciclaggio, corruzione e frode Iva transfrontaliera.

Tuttavia, la Procura Europea è appena stata istituita e per una sua reale operatività si dovrà attendere qualche tempo quando, dopo la conclusione delle prime indagini, l’EPPO inizierà a punire i primi reati commessi a danno dell’Europa.

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