ABBANDONO DI ANIMALI



QUANDO SCATTA IL REATO DI ABBANDONO DI ANIMALE?

L’abbandono di animali è un segno di inciviltà che si verifica, purtroppo, durante tutto l’anno. 

Ma cosa ci dice la legge a proposito?

L’abbandono di animali trova disciplina giuridica nell’articolo 727 del Codice penale: si tratta di un reato contravvenzionale che viene punito con l’arresto fino a un anno o l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. 

In particolare, viene punito:

  • chiunque abbandoni animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività;
  • chiunque detenga animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze.

Ci si trova dinanzi ad un reato comune, che quindi può essere commesso da chiunque. È di competenza del Tribunale in composizione monocratica ed è un reato perseguibile d’ufficio. 

Il suo elemento soggettivo è quello della colpa. Tale reato tutela il sentimento di comune pietà nei confronti degli animali e promuove l’educazione civica contro la crudeltà gratuita e l’insensibilità. Gli animali sono, infatti, esseri senzienti che percepiscono il dolore derivante da un possibile abbandono e dalla mancanza di cure idonee.

L’attenzione dovrà tuttavia concentrarsi su un dato aspetto: tale reato si configura non solo nell’ipotesi di abbandono ma anche nel caso in cui gli animali non vivano in un ambiente compatibile con la propria natura, subendo così sofferenze di vario tipo.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione del 2022 ha condannato il proprietario di sette cani (razza Husky e Samoiedo) per averli detenuti in un appartamento di 40 mq senza luce naturale e in condizioni igieniche precarie.

Poco importa che il padrone portasse i cani a passeggio e li nutrisse con regolarità. Il loro numero rapportato allo spazio, alla mancanza di luce e alle condizioni igieniche, è sufficiente a configurare il reato.

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